Ardha Matsyendrasana è una posizione di torsione della spina dorsale che si esegue da seduti.
La storia
Ha una lunga storia. Vediamo cosa ne dice B.K.S. Iyengar:
"Nello Hatha Yoga Pradipika Matsyendra è citato come uno dei fondatori della scienza haṭha. Si narra che Shiva una volta si recò su un'isola solitaria per spiegare i misteri dello Yoga alla moglie Parvati. Un pesce, vicino alla costa, ascoltò ogni parola in modo concentrato e senza muoversi. Quando Shiva si accorse che il pesce aveva imparato lo yoga, lo cosparse di acqua. Il pesce allora assunse una forma divina trasformandosi Matsyendra, il padrone dei pesci (matsya = pesce, indra = padrone) e cominciò a diffondere la saggezza dello yoga".
La descrizione nello Hatha Yoga Pradipika, capitolo 1, versi 28-29, è abbastanza chiara e ci fa capire come sia una delle primarie posizioni dell'Hatha yoga: “Collocare il piede destro all'origine della coscia sinistra, posizionare il piede sinistro accanto al lato esteriore del ginocchio; in questa posizione lo yogin si ferma con il corpo girato. Questa è la posizione descritta da Matsyendra.”
La posizione di Matsyendra regola il fuoco della digestione ed elimina come un'arma tante malattie terribili. Se (questa posizione) viene praticata, essa risveglia la Kundalini e fa sì che la luna sia immutabile.”
Fa parte della serie di Rishikesh di Swami Sivananda ed è spiegata in modo dettagliato dal lignaggio di Yoga che seguo, quello di Swami Satyananda, che nel suo libro Asana, Pranayama, mudra e bandha ne spiega esecuzione, benefici e controindicazioni, nonchè gli aspetti energetici.
Esecuzione secondo il metodo Satyananda
Seduti con le gambe allungate, piegare la gamba destra ed appoggiare il piede esternamente al ginocchio sinistro.
Piegare la gamba sinistra e portare il piede accanto al gluteo destro. Espirando ruotare e passare il braccio sinistro oltre il ginocchio e premere con il gomito sulla parte esterna del ginocchio destro, allungando il braccio ed andando a prendere la caviglia o il piede.
La presa del piede costringe ad una piccola flessione in avanti ed intensifica l’asana, aumentando la torsione ed in contatto fra la coscia e l’addome. Il braccio destro si avvolge dietro la schiena e la mano può andare al centro fra le scapole. Il braccio sinistro fa da leva senza usare i muscoli della schiena per la torsione. La schiena non deve essere forzata. La colonna deve essere mantenuta ben allungata.
Andreè Van Lysebeth la propone aggiungendo la variante di far passare un braccio sotto il ginocchio ed afferrare l’altra mano. Sottolinea l’importanza di distribuire il peso sui due glutei. Questa variante dà forza e potenza all’asana, ma a volte può essere difficile da eseguire.
Benefici
La torsione imposta alla colonna vertebrale e a tutto il tronco esercita i muscoli, rende la colonna vertebrale più flessibile e stimola i nervi spinali. La torsione esercita anche una forte influenza sui muscoli addominali, allungandoli e comprimendoli in modo alternato quando il corpo esegue la torsione in una direzione e poi nell’altra. La maggior parte delle asana di torsione spinale aumenta il flusso pranico nella regione di Samana, intorno all’ombelico. Questo nutre gli organi come pancreas, reni, stomaco, intestino tenue, fegato e cistifellea, allevia i disturbi ad essi associati e ringiovanisce i tessuti in genere. La regione di Samana è collegata anche a Manipura Chakra, un plesso delle principali nadi o canali pranici che riforniscono tutto il corpo. Queste asana, perciò, hanno un notevole effetto sulla salute e la vitalità generale del corpo.
Inoltre, allunga contemporaneamente i muscoli di una parte della schiena e dell’addome mentre contrae i muscoli dell’altra parte. Tonifica i nervi della colonna vertebrale, rende flessibili i muscoli del dorso, allevia la lombaggine e gli spasmi muscolari e riduce la tendenza delle vertebre contigue di sviluppare osteofiti. Quando è praticata con attenzione, si è dimostrata benefica in casi lievi di ernia del disco. Ardha Matsyendrasana massaggia gli organi addominali, alleviando i disturbi digestivi. Regola la secrezione di adrenalina e della bile ed è consigliata nella terapia yogica del diabete.
Controindicazioni
Chi soffre di ulcera peptica, ernia o ipertiroidismo dovrebbe praticare solo con una guida esperta. Con sciatica o ernia del disco si deve fare molta attenzione.
Il respiro nelle torsioni
Il respiro è un altro aspetto importante; nelle torsioni, l’espirazione favorisce la decontrazione delle muscolatura della colonna per sbloccare le rigidità più profonde, ad ogni inspirazione si intensifica la posizione cioè l’allungamento verso l’alto. Le posizioni di torsione possono essere assunte durante tutte le fasi di respirazione a seconda degli effetti che si vogliono ottenere. La torsione espirando è un processo che avviene in modo naturale, ha come effetto il rilassamento delle resistenze muscolari, con una maggiore possibilità di torsione. Quando si esegue il movimento di torsione durante l’inspirazione, l’espansione interna del busto sostiene l’allungamento della colonna vertebrale. In alcuni casi, quest’azione è necessaria per evitare che si generino degli schiacciamenti discali. Durante la torsione prevale la respirazione toracica
Aspetti energetici
Stimola Manipur e Ajna chakra
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